Ciclopedonale Togliatti-Cervelletta: esulta Bici Roma ma i cittadini non demordono

3 Agosto 2011 – Siamo stati i primi a raccogliere e a riportare il malcontento di gran parte della popolazione di Colli Aniene per un’opera non condivisa che appare, ai più, come un privilegio per pochi o un regalo alle solite imprese appaltatrici. Il cittadino non riesce a spiegarsi perché venga utilizzato denaro pubblico per un’altra pista ciclabile, destinata al fallimento come quella di viale Palmiro Togliatti, e che presto diverrà un luogo invaso da erbacce e da rifiuti fastidiosi. Tutto questo mentre viale Bardanzellu continua a presentare vaste crepe nell’asfalto e una segnaletica fatiscente ignorate dall’amministrazione capitolina nonostante i richiami dei residenti. A questa insoddisfazione fa da contraltare l’esultanza con cui Bici Roma è uscita dagli incontri con l’’Assessore Aurigemma, proclamando che nel corso della riunione sono stati fugati i comprensibili dubbi dei rappresentanti del Comitato di Quartiere sui rischi degli alberi e della circolazione degli autoveicoli. In realtà il vice presidente del CdQ, Vincenzo Barsanti, ha dichiarato al sito Abitare A come le motivazioni portate dalla Polizia Municipale e dal personale dell'Agenzia della mobilità non lo abbiano affatto convinto: “L'impressione generale è che i giochi sono ormai conclusi, sono stati presi impegni e spesi soldi, perciò non c'è nulla da fare se non – da parte dei cittadini – incassare ed accettare che una minoranza (i ciclisti) l'abbiano vinta nei confronti di una più cospicua massa di cittadini. Cittadini giustamente nauseati di fronte all'altra pista ciclabile, quella di viale Togliatti, che sta andando in malora senza il viatico di almeno qualche sparuto ciclista… Il fatto è che, come sempre, una volta messo in moto un certo meccanismo, è più facile e meno dispendioso in tutti i sensi lasciarlo procedere fino alla fine che affaticarsi per praticarne una piccola variazione.”
Tutto ciò appare come una guerra tra poveri, o meglio ancora una lotta alla Don Camillo e Peppone, in cui entrambe le parti sostengono con forza le proprie legittime motivazioni che, con un po’ di accortezza e con il coinvolgimento dei residenti sulla stesura del progetto, potevano essere tutte soddisfatte. Invece l’opera ha diviso un quartiere e non solo. Perfino gli ecologisti si sono attestati su due posizioni diverse: da una parte quelli che sostengono i diritti dei ciclisti e dall’altra quelli delle piante messe in pericolo dalla costruzione. Non sono esenti da questo frazionamento neanche le associazioni territoriali, alcune hanno espresso un parere favorevole alla costruzione mentre altre hanno cavalcato la protesta popolare schierandosi apertamente contro la ciclabile. Opinioni tutte rispettabili e lecite. Anche la nostra informazione non ha preso un punto di vista preciso sull’argomento proprio perché comprendiamo le ragioni di tutti e attribuiamo gli errori solo all’amministrazione pubblica che in questa storia ha sbagliato tempi e modi. Le piste ciclabili nascono principalmente per due scopi: svago, per lo più di famiglie o di sportivi che necessitano di una pista protetta, possibilmente lontana dal traffico ed immersa nella natura; o spostamenti: per recarsi nei centri di interesse quali supermercati, uffici pubblici, stazioni di trasporto pubblico. I percorsi realizzati sinora nel nostro quartiere sembrano non rispondere a nessuna di queste due logiche. La pista ciclabile sulla Togliatti si ferma a 200 metri dalla fermata Palmiro Togliatti della linea ferroviaria FR1 e non vi è alcun modo per coprire quell’ultimo brevissimo tratto né in bici né a piedi in quanto manca anche un marciapiede. Il percorso su viale Bardanzellu che dovrebbe collegare la pista della Togliatti con il parco della Cervelletta, quindi destinato alla prima categoria di utenti, è di difficile comprensione in quanto si sarebbe dovuto realizzare passando per via Compagna, come era stato progettato in origine, dove vi è tutta un’area verde che ben si presta ad essere pista ciclabile naturale a costi zero (cioè senza necessità di grandi opere per realizzarla) e che si connette con il parco della Cervelletta. A dimostrazione che la ciclabile sulla Togliatti non è fatta per permettere di raggiungere la metro vi è l’assenza di rastrelliere per parcheggiare la bicicletta nella stazione di Ponte Mammolo.
Inoltre, crediamo di non commettere un errore se attribuiamo questa diatriba a un problema culturale della nostra città che non ama le bici e spesso dimostra che le sopporta a malapena.
L’episodio successivo di questa commedia popolare è il coinvolgimento della Forestale da parte di coloro che protestano per la salvaguardia degli alberi. Forse l’ultimo appiglio per tentare di fermare i lavori con la giustificazione di chi si non ritiene ascoltato.

Commenti

3 agosto 2011 - Salve, visto l'argomento trattato vorrei segnalare anche la bassissima qualità nel realizzare l'opera. Nell'unico tratto terminato, di fronte al liceo Benedetto Croce, ho notato che l'asfalto appena realizzato è già scoppiato in più punti a causa di alcuni "semplici" fili di erba (in corrispondenza dell'ingresso della scuola) ! Mi chiedo come sia stato realizzato il tutto..... senza un minimo di sottofondazione stradale?!
Chiedendo informazioni, mi è stato detto che questo fenomeno si era già verificato nelle parti iniziali e finali di questo tratto di ciclabile, già opportunamente smantellati e rifatti con una sottofondazione in cemento.... tranne il tratto centrale..... lasciato cosi come era.... ma chi progetta e segue i lavori??? Adesso rifaranno anche il tratto centrale, oppure lasceranno che scoppierà del tutto l'asfalto? Il tutto con dispendi di risorse pubbliche!! Inoltre, altri punti degni di nota sono:
-La pericolosità dell'attraversamento della ciclabile in corrispondenza dell'inversione di marcia all'altezza di via compagna, dove gli automobilisti che si vanno ad immettere su via bardanzellu guardano correttamente verso la loro destra (per verificare l'arrivo di autovetture), ignorando completamente l'eventuale presenza di ciclisti. Sarebbe stato più corretto spostare la ciclabile nel punto di immissione dell'inversione di marcia, in questo modo non si sarebbero potute verificare situazioni pericolose.
-Il corretto restringimento realizzato all'altezza di via Balabanoff, per ridurre la velocità degli automobilisti e garantire la sicurezza dei ciclisti... ma qualcuno si è posto il problema di dove spostare questo restringimento?? E' stato realizzato il passaggio nella parte terminale (più prossima al fioraio), in questo modo è stato tolto l'unico punto di uscita per gli automobilisti uscenti da via Balabanoff e diretti verso il cuore di colli Aniene (Via Franceschini, piazzale Loriedo ecc...), costringendoli teoricamente a fare il giro su via Togliatti, attendendo il passaggio su 3 diversi semafori! Risultato: gli automobilisti uscenti da Via Balabanoff continuano ad utilizzare tale attraversamento, percorrendo un piccolissimo tratto contromano, violando il codice della strada e creando situazioni pericolose. Sarebbe bastato realizzare tale attraversamento spostato di 10 metri in direzione di Via Togliatti per evitare tale inconveniente. Mi chiedo sempre chi progetta queste opere..... e soprattutto chi segue i lavori in fase di realizzazione!
Non so se possono essere utili tali informazioni, ma sono comunque uno sfogo di un cittadino di Colli Aniene che nota sempre più il degrado del quartiere e la sbagliata gestione delle risorse pubbliche. Cordiali Saluti. Maurizio