I botti di Capodanno alimentano il tasso di smog nei nostri quartieri

31 dicembre 2011 – Per la notte dell’ultimo giorno dell’anno, molti comuni d’Italia hanno emesso ordinanze contro i botti di Capodanno. A qualcuno sarà sembrato un provvedimento eccessivo, una limitazione alla libertà personale, ma non ha considerato il forte impatto che queste combustioni producono sulla qualità dell’aria. Lasciamo stare per un momento gli aspetti di sicurezza, con il tributo di morti, feriti e incendi che paghiamo ogni volta salutando l’anno vecchio che se ne va, e osserviamo questo fenomeno dal solo punto di vista ecologico. Non stiamo discutendo di un problema potenziale o addirittura aleatorio, si tratta di una forma di vero inquinamento da polveri sottili e fumi tossici che le centraline dell’ARPA hanno misurato in diverse città nella notte più festeggiata dell’anno. L’atmosfera dei nostri quartieri si trasforma in un laboratorio di chimica a tutti gli effetti. Volano nell’aria elementi chimici velenosi come il rame, il piombo, il potassio, l’alluminio, lo stronzio, il bario, particelle di magnesio e una grande quantità di zolfo miscelati con molto altro.
Lo smog di San Silvestro, per fortuna, si disperde lentamente nei giorni successivi al primo gennaio ma i nostri polmoni ne avranno già respirato una buona quantità.
Non vogliamo entrare in polemica con chi non ha ritenuto necessario alcun provvedimento per la nostra città, ma appellarci al buon senso di tutti per limitare la quantità di fuochi pirotecnici e, se proprio desiderate il “botto”, potete farlo stappando una buona bottiglia di spumante nostrano. Auguri a tutti per un buon 2012.

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Commenti

2 gennaio 2012 - Salve signor Barcella, ho grande considerazione per il lavoro che fa, però scusi, con tutti i fumi tossici provenienti dai campi rom che respiriamo da anni 24 ore su 24, ci preoccupiamo per l'inquinamento da botti di Capodanno? ;-) Forse i venti sono benevoli con Colli Aniene - stò ipotizzando, forse sbaglio - però quì sulla Collatina è un disastro. I fumi di materiale bruciato, si sentono anche con le finestre chiuse. Ristagnano negli appartamenti.
Io continuo a pensare che il problema principale di questa zona sia l'inquinamento da fumi tossici, assieme ad un generale progressivo degrado, in buona parte collegato all'attività sempre delle stesse persone. Su questo dovremmo protestare, ovviamente nei limiti della legalità. Continuo a pensare che dovremmo scendere civilmente in strada, come fecero tempo fa al Casilino. Noi romani non siamo - con tutto il rispetto - intolleranti come in altre parti del Paese: al sud un po' ovunque, ma anche recentemente nel nord ovest progressista e industriale. Per quanto noi romani siamo spesso accusati stupidamente di razzismo - in genere da gente che i campi rom al massimo li ha visti in foto - siamo sempre stati tolleranti con gli autori di questi fenomeni illegali e disgustosi, che negli altri Pesi civilizzati non si manifestano (ma il nostro è ancora un Paese civilizzato?). Cosa abbiamo ottenuto in cambio? La nostra tolleranza ci ha portato a subire, nell'indifferenza dello Stato. Forse è ora di cambiare. Cordiali saluti. Asvin

Risposta della Redazione - Caro amico, nessuno più di questo sito ha portato alla ribalta il problema dei fumi tossici prodotti dalle discariche intorno ai campi rom. Credo che abbiamo fatto la nostra parte per un argomento molto importante e che ci sta a cuore. Questo, però, non ci impedisce di parlare di altre materie pur con la dovuta differenza di importanza. Scrivere sempre le stesse cose non fa altro che stancare il lettore e fa perdere di efficacia l'articolo. Torneremo certamente a parlare dei roghi che infieriscono sul Collatino e su Colli Aniene, continuando ad incalzare le istituzioni sul problema, ma lo faremo sempre cercando di portare un valore aggiunto all'informazione e per rendere interessante la notizia a chi legge. (Antonio Barcella per la redazione di Collianiene.org)