La Preistoria ai margini del fiume Aniene: Museo del Pleistocene a Casal de' Pazzi

2 ottobre 2012 – Poche persone sono a conoscenza della presenza di uno dei più importanti musei del Pleistocene nella nostra zona.
Ai margini delle rive del fiume Aniene, durante il periodo del Pleistocene, si sono insediati i primi abitanti d'Europa. Lo dimostrano i tanti ritrovamenti effettuati in diversi siti archeologici tra la zona del Tiburtino e del Nomentano: Casal de’ Pazzi, Monte delle Gioie, Ponte Mammolo, Ripa Mammea, Saccopastore, Sedia del Diavolo. Oltre duecentomila anni fa l’uomo primitivo cacciava, mangiava, si riproduceva lungo il nostro territorio. L'evidenza scientifica indica l’evoluzione degli uomini nella loro forma attuale durante il Pleistocene. È questo il periodo in cui l’uomo inizia a lavorare le armi scheggiando pietre di selce raccolte lungo i corsi d’acqua e ad organizzarsi per cacciare gli animali. Solo in un secondo tempo creerà l’economia di sussistenza e l’organizzazione del territorio attraverso la costruzione di accampamenti, riunione in gruppi, gerarchizzazione fino a sviluppare sistemi di comunicazione più complessa come il linguaggio.
Il sito di Rebibbia Casal de' Pazzi si trova tra la via Nomentana e la via Tiburtina, non lontano dal fiume Aniene e dai numerosi altri siti paleolitici che ne costellavano in passato l'ultimo tratto. Esso fu identificato accidentalmente durante la costruzione della strada prevista nel piano di zona. Lo scavo stratigrafico, che ha interessato un'area di oltre 1200 mq., fu eseguito dalla Soprintendenza Archeologica di Roma dal 1981 al 1986 ed ha messo in luce l'antico alveo del fiume Aniene, databile a circa 200.000 anni fa, costituito da ghiaie e sabbie, all'interno del quale sono stati raccolti complessivamente circa 2.200 resti ossei ed oltre 1.500 reperti litici.
E’ l’unico museo a Roma dedicato esclusivamente alla preistoria dell’Urbe, allestito su un’area di ritrovamenti fossili, con gli stessi materiali che gli archeologi hanno riportato alla luce sul posto. Sono emersi resti dell’elefante antico (le cui zanne raggiungono i 4 metri di lunghezza), di rinoceronti, di ippopotami e di tanta altra fauna che popolava la pianura laziale in quell’epoca, oltre ad un frammento di cranio umano e a strumenti di pietra scheggiata.
Attualmente il Museo è in allestimento; le visite debbono essere concordate con i responsabili chiamando il numero telefonico 0624404006.

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