Gioco d’azzardo, governo battuto: stop ad apertura di nuove sale gioco

6 settembre 2013 – Si può essere felici per la nuova battuta di arresto di un provvedimento del governo in carica? La risposta non può essere che affermativa quando si tratta di proposte poco sensate che vanno ad aggravare la patologia del gioco d’azzardo che colpisce tante persone nel territorio periferico di Roma e in particolare del Tiburtino.
Partiamo dai fatti per poi fare le nostre considerazioni. Bocciata al Senato il provvedimento sull’apertura di nuovi centri per il gioco d’azzardo elettronico online e nei luoghi aperti al pubblico. Ieri mattina il governo è stato battuto in aula, da un’ampia maggioranza, durante la votazione di una mozione dell’opposizione che vieta per un anno l’apertura di nuove sale gioco. Il sottosegretario all’economia, Alberto Giorgetti, ha commentato che il documento in questione “presenta aspetti di conflitto con i diritti dei gestori che già si sono aggiudicati la concessione e il problema del mancato gettito per sei miliardi di euro”.
Il giorno prima era stata bocciata una mozione del Movimento 5 Stelle sui danni economici e sociali da decine di miliardi di euro causati dal gioco d'azzardo patologico. La mozione proponeva la cancellazione del condono per le società concessionarie di slot machines!!! Un condono miliardario fatto sulla pelle dei cittadini ai quali viene chiesto di pagare fino all’ultimo euro delle loro tasse. 98 miliardi di multa, "scontati" dalla Corte dei Conti a 2,5 miliardi, secondo quanto dichiarato sul blog M5S, che sarebbero bastati per non pagare l’IMU sulla prima casa per i prossimi vent’anni. Gravi sospetti di legami tra la politica e la lobby dei "signori dell'azzardo" che, grazie a questi parlamentari, dovranno restituire allo Stato solo 611 milioni di euro.
Ormai, lungo tutta la Tiburtina, dalla Caserma Ruffo fino a Guidonia, proliferano le nuove sale gioco, veri e propri casinò sullo stile della famosa città del vizio: Las Vegas. Grandi capannoni industriali sono stati riconvertiti dalle multinazionali del gioco in edifici dalle vistose insegne luminose che fino ad ora potevamo ammirare solo sui film americani. I bar del territorio sono inondati di slot machine o video poker che catturano giocatori incalliti o patologici. Tutto in regola a giudicare dalle licenze esposte. Non sperate che la bocciatura in aula al Senato possa evitare l’apertura di nuove sale, c’è già chi sta pensando a come riproporre il provvedimento. La lobby del gioco è seconda solo a quella delle armi!

Antonio Barcella
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