Biblioteca Vaccheria Nardi – Presentazione del libro e del documentario “Piazza Tiburtino III

14 novembre 2013Domani, venerdì 15 novembre alle ore 17, presso la Biblioteca della Vaccheria Nardi è stato programmato un evento culturale che riguarda direttamente il nostro territorio: Presentazione del libro “Piazza Tiburtino III” di Riccardo Morri, Marco Maggioli, Paolo Barberi, Riccardo Russo e Paola Spano (Società Geografica Italiana).
La presentazione sarà accompagnata dalla proiezione di un documentario.
Dal 1936 ai giorni nostri il Tiburtino III è molto cambiato ma, tra gli enormi volumi di cemento che ne disegnano oggi il profilo, si può ancora intravedere la continuità di una preziosa memoria collettiva.
ore 17 - presentazione documentario di Riccardo Russo "Piazza Tiburtino III"
ore 18 - Presentazione della ricerca
intervengono: Ivano Caradonna (già presidente V Municipio), Lidia Piccioni (storica), Paolo Masini (assessore ai LL PP e alle Periferie di Roma Capitale), Emiliano Sciascia (presidente IV Municipio di Roma Capitale)
modera: Riccardo Morri
Invitato il Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, presenti gli autori
INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI

Tiburtino III nasce come una delle borgate ufficiali di Roma verso la metà degli anni 1930. I confini erano via di Grotta di Gregna, piazza Santa Maria del Soccorso, via Tiburtina. La zona è stata oggetto di una drastica ristrutturazione urbanistica avvenuta tra il 1974 e il 1990 fortemente voluta dalla popolazione residente. Attualmente l'area del Tiburtino III nasconde le tracce della borgata ufficiale IACP costruita nel 1936 per dare alloggio a quota parte degli abitanti del centro storico sfrattati durante l'operazione di "risanamento" attuata tra il 1930 e il 1938 dal Governatorato di Roma. Al Tiburtino III andarono in prevalenza gli abitanti della Ferratella (zona San Giovanni - Porta Metronia), via delle Botteghe Oscure, Borgo Pio. La costruzione del quartiere proseguì nel secondo dopoguerra ad opera del gruppo APAO, composto da giovani architetti organici capitanati da Bruno Zevi: tra essi Ludovico Quaroni e Piero Maria Lugli. Della vecchia borgata non resta che qualche edificio esemplare, mentre la semi totalità dei "lotti" popolari di color giallino pallido che disegnavano l'ambiente extraurbano (citato in alcuni passi di "Ragazzi di vita" di Pasolini) sono stati abbattuti e sostituiti con edifici in linea di colore grigio, alti dai 4-7 piani, costruiti in cemento armato e tamponati con pannelli prefabbricati di gesso. Attualmente il quartiere è inglobato nel tessuto urbano di Roma, e ha perduto quei caratteri di riconoscibilità morfologica che sono propri delle 11 borgate ufficiali dello stesso periodo storico; in compenso la qualità degli alloggi è decisamente migliorata, in linea con lo standard contemporaneo. (fonte Wikipedia)

Antonio Barcella
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