Priorità all’Edilizia Scolastica nel programma del governo Renzi

25 febbraio 2014 Nel discorso di insediamento del Governo Renzi il primo punto del programma riguarda proprio la scuola e la terribile situazione dell’edilizia scolastica.
Qual è la priorità che questo Paese ha nei confronti degli insegnanti? – si chiede il nuovo Primo Ministro - Sicuramente lo sa il Ministro dell'istruzione e dell'università: coinvolgere dal basso in ogni processo di riforma gli operatori della scuola. Non c'è dubbio. Ma c'è una priorità a monte: recuperare quella fiducia, quella credibilità, recuperare quella dimensione per cui se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si può tornare a credere che l'educazione sia davvero il motore dello sviluppo. Ci sono fior di studi di economisti che dimostrano come un territorio che investe in capitale umano, in educazione, in istruzione pubblica è un territorio più forte rispetto agli altri. Da Presidente del Consiglio io entrerò nelle scuole, una volta ottenuta - se così sarà - la fiducia dal Senato e dalla Camera. Mercoledì mattina, come faccio tutte le settimane, mi recherò in una scuola (la prima sarà un istituto di Treviso, perché ho scelto di partire dal Nord-Est, mentre la settimana prossima andrò in una scuola del Sud), e lo farò perché penso che sia fondamentale che il Governo non stia soltanto a Roma, e quindi mi recherò nelle scuole, come facevo da sindaco, per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per dimostrare che da lì riparte un Paese. Dalla capacità di educare, di tirare via, di tirare fuori (nel senso latino del termine) nasce la credibilità di un Paese, ma per farlo c'è bisogno della capacità di garantire una concretezza amministrativa. Con quale credibilità possiamo dire questo se continuiamo a tenere gli investimenti nell'edilizia scolastica bloccati da un Patto di stabilità interno che almeno su questa parte va cambiato subito? Come si può pensare che il Comune, la Provincia abbiano competenza sull'edilizia scolastica senza però avere la possibilità di spendere soldi che sono lì bloccati perché esistono norme che si preoccupano della stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vanno a studiare i nostri figli?
Ce lo chiediamo anche noi e lo abbiamo chiesto ripetutamente alle istituzioni ma attendiamo ancora una risposta che tarda a venire. Abbiamo ormai contatti a tutti i livelli del Municipio e del Comune ma al di là di vaghe promesse di intervento sugli edifici più disastrati non si riesce ad ottenere. Se lo Staff del Sindaco Marino fatica pure ad istituire un tavolo di lavoro, per le resistenze della burocrazia, per quelle degli uffici tecnici e di assessori latitanti, ci chiediamo come farà a mettere in campo progetti adeguati all’emergenza che stiamo affrontando. Probabilmente qualcuno pensa che 800 deleghe di genitori di questo territorio non siano un numero adeguato di voti da rispettare, ma vedremo come reagiranno quando porteremo tutto il quartiere al Municipio e in Campidoglio. Perché per noi la salute e la sicurezza dei nostri ragazzi viene prima di qualsiasi amicizia con Consiglieri, Assessori, Presidenti e Sindaci.
Ora Renzi sembra aver rivolto l’attenzione generale su una’emergenza che, non dimentichiamolo, è stata creata soprattutto dal disinteresse della politica, più preoccupata a salvare i propri privilegi che a lavorare per il bene comune. Ci sarà una inversione di tendenza? Lo auspichiamo ma nelle parole di Renzi manca una cosa essenziale: non ha detto dove troverà i miliardi di euro necessari a riportare la scuola pubblica ad un livello almeno dignitoso. Noi continueremo ad incalzare il Presidente del Municipio, il Sindaco, il Presidente della Regione e ora anche il nuovo Primo Ministro, richiamandoli ai loro doveri verso i cittadini e il territorio. Se, poi, i nostri e i vostri sforzi produrranno qualcosa di positivo, state tranquilli, che ci saranno tanti altri, che ora si nascondono, pronti a rivendicare la vittoria o a minimizzare il nostro lavoro.
Continuando ad esaminare la parte del discorso relativa alla scuola, Renzi si chiede “Come è possibile che non ci sia chiarezza su questo aspetto?”. Poi proseguendo: “Domani scriverò una lettera ai miei colleghi sindaci per chiedere a tutti loro e ai Presidenti delle Province sopravvissuti di fare il punto della situazione sull'edilizia scolastica, seguendo un bellissimo ragionamento del senatore Renzo Piano. Non so chi di voi ha avuto modo di conoscere le parole, a mio giudizio straordinarie, che Renzo Piano ha pronunciato pochi giorni fa in un'intervista. Piano ha invitato a rammendare i nostri territori, a rammendare le periferie. Credo sia un'espressione molto bella, che dà il senso di ciò di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di intervenire nell'edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre, con un programma straordinario - dell'ordine di qualche miliardo di euro, e non di qualche decina di milioni - da attuare sui singoli territori, partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto e puntuale. Ma come? Di fronte alla crisi economica parti dalle scuole? Sì: di fronte alla crisi economica non puoi non partire dalle scuole. Di fronte alla crisi economica partire dalle scuole significa partire, innanzitutto, da una tregua educativa con le famiglie e da un intervento nell'edilizia e nella infrastrutturazione scolastica su cui, nelle prossime settimane, vedrete concreti risultati.
Non ci resta che attendere ed osservare i risultati …

Antonio Barcella
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