Tanti ettari del Tiburtino saranno destinati alla cementificazione

1 luglio 2014 Non sono dati che ci stiamo inventando, provengono dalla presentazione dell’Assessore Caudo (ascolta l'intervento) mostrata ai presenti alla Conferenza Urbanistica del IV Municipio. Centinai di ettari del territorio del Tiburtino saranno consumati da una nuova cementificazione che difficilmente porterà benefici ai residenti. Li chiamano Print (Programmi Integrati) ma non è altro che una nuova edificazione indiscriminata di palazzine nella periferia romana. Cubature che occorrono ai residenti o solo l'ennesima speculazione edilizia? Possibile che non ci sia un’alternativa valida a quello che sembra il solito regalo ai costruttori? Li chiamano Print (Programmi Integrati) ma non sono altro che la realizzazione di una nuova cementificazione della periferia romana. Abbiamo tentato di capirci qualcosa in più ma la presentazione mostrata all'uditorio non è proprio di quelle fatte per spiegare in modo semplice quello che accadrà. Allora ci è sembrato corretto fidarci di una terza parte e profonda conoscitrice del territorio quale è la prof.ssa Susanna Menichini, consulente del IV Municipio e docente universitario della facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza. Nel suo intervento la professoressa ha indicato una via alternativa alla cementificazione selvaggia. Vi riassumiamo parte del suo discorso alla Conferenza Urbanistica del 23 giugno scorso (chi vuole può ascoltare la versione integrale): “Come Università abbiamo preparato uno studio accurato del territorio. Per ogni metro quadrato abbiamo definito l’uso attuale, quali sono le aree libere, le aree degradate e così via. Questo lavoro fatto a maglia stretta ci consegna in realtà un territorio molto diverso da quello che ci ha raccontato l’Assessore Caudo a maglia larga… Questo Municipio è già sufficientemente denso e credo che non abbia bisogno di altri processi di densificazione. C’è una considerazione da mettere in evidenza: questo è il Municipio che ha il più alto tasso di edifici di varia natura, pubblici e privati, in stato di abbandono. Sono metri cubi infiniti che bastano per fare tutto quello che serve a questo Municipio. Quindi non c’è bisogno di andare a densificare altre aree, basta pensare alla fabbrica di penicillina (ISF) della Tiburtina (vicino San Basilio). Lì dentro ci possiamo mettere ciò che vogliamo facendo un’operazione straordinaria dal punto di vista architettonico… Rigenerazione urbana vuol dire ‘riusare’, o abbattere e ricostruire, su un’area già urbanizzata. Questo tipo di trasformazioni vengono fatte in tutta Europa… In questo Municipio ci sono Print inattuati. Il Print era uno strumento usato agli inizi degli anni ’90, creato da un’amministrazione che non aveva una lira e che cercava di fare opere pubbliche con i soldi dei privati regalando o concedendo cubature ai costruttori. Quelle concessioni non erano fatte alla pari, ma questo è un altro discorso… La realtà è che abbiamo problemi dei Print e ne abbiamo troppi.
L’Assessore Caudo concludeva il discorso con alcune considerazioni: “… La città è nervosa, stanca, esasperata non c’è fiducia nell’amministrazione pubblica. Come si fa a governare una città che non ha fiducia nelle istituzioni?”. Ebbene carissimo assessore le ribaltiamo la domanda: “Come si fa ad avere fiducia in questi programmi quando si da per scontata la loro realizzazione e si coinvolgono i residenti solo per stilare una carta dei valori che lascia il tempo che trova e che sta già provocando la protesta dei comitati di altri municipi che la hanno già realizzata?

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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