Aumenta l’emergenza profughi nel IV Municipio in coincidenza con i nuovi sbarchi

6 maggio 2015 - Sempre più gente che dorme in strada o nel parcheggio Metro di via delle Messi D’Oro e alle prime luci dell’alba si carica sulle spalle un materasso sudicio per nasconderlo in un posto sicuro sperando di ritrovarlo per una nuove notte da passare all’aperto. Sono sempre in numero maggiore e ormai non si limitano più a tenersi a distanza da quegli italiani razzisti (pochi in verità) che li insultano e li invitano a tornare a casa. Hanno paura ma la fame è brutta e questo li spinge ad inoltrarsi nei quartieri adiacenti in cerca di un aiuto e di una mano generosa. I residenti li guardano con sospetto e sui gruppi Facebook si scatenano i commenti allarmistici non appena qualcuno riferisce di averne visti due o tre dormire in un giardino di Colli Aniene. Gli attribuiscono la colpa di portare via lavoro agli italiani pur sapendo che se la disoccupazione giovanile di questa nazione è oltre il 43 % non è certo responsabilità di chi cerca una opportunità di vita e non la ricchezza. Se dobbiamo trovare un colpevole per la mancanza di opportunità di lavoro o perché lo Stato ha tradito gli accordi sulla pensione (come nel mio caso) guardiamo in casa nostra e non facciamo il gioco di chi scatena una guerra tra poveri per nascondere la propria incapacità istituzionale o, peggio ancora, la disonestà di uomini corrotti al potere. Sfido chiunque ad ascoltare le tragedie personali di una di queste persone e al termine del racconto, guardandolo negli occhi, provate a trovare il coraggio per invitarlo a tornare al proprio paese di origine.
La storia ci ricorda le nostre radici e le nostre cicatrici: «Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali». Fonte: Relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani, ottobre 1919.
Vi ricorda qualcosa? Solo per fornire qualche altro dato “storico” è utile ricordare che l'Italia è stata interessata dal fenomeno dell'emigrazione soprattutto nei secoli XIX e XX. In particolare, dai porti del Mediterraneo partirono molte navi con migliaia di italiani diretti nelle Americhe in cerca di un futuro migliore. Tra il 1860 e il 1885 sono state registrate più di 10 milioni di partenze dall'Italia. Nell'arco di poco più di un secolo un numero quasi equivalente all'ammontare della popolazione che vi era al momento dell'Unità d'Italia (23 milioni nel primo censimento italiano) si trasferì in quasi tutti gli Stati del mondo occidentale e in parte del Nord Africa. Si trattò di un esodo che toccò tutte le regioni italiane.
Alla fine di questo articolo ognuno di noi rimarrà della propria opinione ma di una cosa dobbiamo essere tutti convinti: nessuno di noi ha la soluzione giusta ma il problema va AFFRONTATO e RISOLTO e invece il nostro caro sindaco continua ad ignorarlo come se non esistesse. Il parcheggio Metro di via delle Messi D'Oro è pieno di profughi che vi soggiornano, hanno fame e molti di loro sono malati (come comunicato dai volontari della CRI). Sono sempre di più e stanno diventando una vera emergenza. Abbiamo inviato una segnalazione all'ente internazionale UNHCR che si occupa di queste persone ma senza ottenere alcun risultato perché nel mondo ci sono situazioni ancora peggiori che meritano tutta l’attenzione possibile. È tutto sulle spalle di pochi volontari che spesso fanno l’impossibile per portare un minimo di assistenza ai profughi. Tutti noi abbiamo una visione diversa del problema ma di una cosa siamo sicuri: DA SOLO NON SI RISOLVE!

Antonio Barcella
www.collianiene.org

news@collianiene.org

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