Un Referendum che non fa notizia: al voto il 17 aprile sulle trivelle petrolifere

2 marzo 2016 - Il referendum abrogativo è uno degli istituti di democrazia diretta nel diritto italiano. Con questo strumento il popolo può decidere di abrogare una norma contenuta in una legge ordinaria. Questo strumento è stato inizialmente cavalcato dai partiti politici ed utilizzato per superare gli ostracismi parlamentari che impedivano le grandi riforme. Poi venne il referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e, da quel momento, gran parte della classe politica cambiò radicalmente il suo atteggiamento verso questo importante strumento di democrazia popolare. In questo contesto si può trovare una spiegazione al silenzio della politica sul referendum del 17 aprile sulle trivelle. “Il Governo scommette sul silenzio del popolo italiano! – dichiara il sito di Legambiente - Noi scommettiamo su tutti i cittadini che si mobiliteranno per il voto”. Noi rompiamo questo silenzio perché riteniamo un dovere fornire informazione ai lettori soprattutto quando si tratta di temi ambientali. I cittadini, in questo caso, sono chiamati a pronunciarsi sull’abrogazione della legge sulle trivellazioni limitatamente alle parole “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. Ad oggi, la Corte Costituzionale ha infatti dichiarato ammissibile solo il quesito relativo al fatto che i titoli già rilasciati per le trivellazioni vadano fatti salvi fino all’esaurimento del giacimento. La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende “sine die” le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare. Far esprimere gli italiani sulle scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale, è la vera posta in gioco di questo referendum. Il comitato nazionale delle associazioni “Vota SI per fermare le trivelle” si pone l’obiettivo di diffondere capillarmente informazioni sul referendum in tutti i territori e far crescere la mobilitazione, spiegando che il vero quesito è: “vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?”.
Il petrolio è una vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby. Dobbiamo continuare a difendere le grandi lobby petrolifere e del fossile a discapito dei cittadini, che vorrebbero meno inquinamento, e delle migliaia di imprese che stanno investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale? Noi vogliamo - dice l’appello del Comitato - che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
Evitiamo di farci sottrarre dai partiti l’ultimo strumento con il quale i cittadini possono esprimere il proprio parere sui grandi quesiti nazionali. Possiamo farlo solo recandoci alle urne il prossimo 17 aprile.

Antonio Barcella
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