Campo nomadi La Martora: solo un ritardo o il vento caldo dell’autunno ha portato via le promesse delle istituzioni?
24 settembre 2010. Dopo la passerella delle istituzioni comunali del 21 Luglio, primi fra tutti il sindaco Gianni Alemanno, l’assessore Sveva Belviso e il prefetto Giuseppe Pecoraro, culminato con l’abbattimento di un paio di baracche sotto gli occhi attenti dei mass-media, tutto è di nuovo fermo in relazione all’annunciato sgombero del campo nomadi “tollerato” di via La Martora. In quella occasione era stato emesso un comunicato stampa da parte del comune di Roma riferendo ai cittadini che il trasferimento e la bonifica dell’area sarebbero stati completati entro la fine dell’estate. Nello stesso modo in cui abbiamo prontamente informato Colli Aniene dell’inizio delle operazioni di trasferimento della popolazione nomade, così ora, sotto la spinta degli abitanti della zona che segnalano il perdurare dei fumi inquinanti provenienti dal campo, ci siamo attivati per chiedere una giustificazione di questo ritardo. Il silenzio assordante dell’amministrazione capitolina è stata una risposta eloquente alle nostre preoccupazioni. Di fronte alle nostre insistenze e a varie e-mail inviate al Comune di Roma sono arrivate le prime ammissioni di un ritardo per problemi tecnici, un “piccolo” disagio per un campo nomadi “provvisorio” che sta in piedi da quindici anni.
Onde evitare facili ed ingrate accuse di razzismo o di accanimento verso la popolazione nomade vogliamo chiarire che il rapporto di difficile coabitazione che è venuto a crearsi con gli abitanti del quartiere è dovuto in gran parte all’operato delle istituzioni verso un problema che proprio loro hanno creato con la loro disattenzione. Chi, come il sottoscritto, ha avuto modo di visitare il campo nomadi di via La Martora ha potuto appurare come le condizioni di vita di queste persone siano una vergogna per un paese civile. Bambini che giocano all’ombra di cumuli di spazzatura posti tra le baracche mentre i topi scorazzano indisturbati. Mancano tutti i servizi essenziali come l’acqua potabile, i servizi igienici e, soprattutto, il ritiro dei rifiuti urbani prodotti dal campo che, bruciati dai nomadi, generano il problema principale di attrito con gli abitanti del quartiere. Altro motivo di discordia è il controllo della sicurezza da parte delle forze dell’ordine. Solo questa settimana gli eventi criminosi che si sono verificati sono diversi: una rapina a mano armata, due furti con scasso ad esercizi commerciali e altri piccoli episodi di microcriminalità che lasciano il segno in chi li subisce. È difficile attribuire tutte le responsabilità alla popolazione nomade, ma nessuno può negare che i comportamenti illeciti di alcuni di loro non sono perseguiti come quelli compiuti da normali cittadini. I piccoli furti nelle abitazioni e nei box sono avvertiti dalla comunità in maniera più sentita che da parte delle istituzioni che vivono da fuori il problema. Il mancato rispetto della legalità e spesso l’impunità generano fratture nei rapporti che non sono facilmente risanabili soprattutto quando una delle due parti preferisce vivere ai margini della legge e rifiuta l’integrazione.
Non vogliamo mettere in discussione la buona volontà dell’amministrazione comunale, a cui dobbiamo riconoscere almeno l’intenzione di risolvere il problema, ma vogliamo essere informati su come stanno procedendo le operazioni di sgombero. Per questo abbiamo posto le seguenti domande al delegato capitolino alla Sicurezza, on. Giorgio Ciardi, che ringraziamo per la sua gentilezza e disponibilità:

1. Quali sono stati i motivi che hanno portato al ritardo dello sgombero del campo?
Si tratta di motivi tecnici legati alla preparazione dei posti nel campo attrezzato di Castel Romano.
2. Quale è il nuovo termine?
Parliamo di qualche settimana, non di più.
3. Il termine sarà rispettato o ci saranno ulteriori ritardi?
I piccoli insediamenti si risolvono facilmente, anche oggi abbiamo effettuato due sgomberi. Su quelli più grandi, come quello di La Martora, c’è una complessità maggiore di problemi che portano inevitabilmente a ritardi. Siamo fiduciosi di risolvere tutto al più presto anche perché abbiamo la disponibilità della popolazione nomade al trasferimento.
4. Non crede che questo quartiere abbia già sopportato abbastanza un problema creato dalle istituzioni per un campo “tollerato” da oltre quindici anni?
Quando subentri ad un’amministrazione che ha gestito Roma per decine di anni ti devi far carico di responsabilità che non sono le tue ma che vanno risolte. Se guardiamo a quello che abbiamo già fatto è che Roma ha finalmente un Piano Nomadi che è un grosso cambiamento culturale rispetto al passato. Solo ora è stato fatto un censimento serio degli insediamenti della popolazione nomade.
5. Perché non vengono attenuati i motivi di contrasto con la popolazione del quartiere facendo funzionare meglio la sicurezza ed il presidio del quartiere?
Nel giro di quindici giorni avremo un nuovo comandante della Polizia Municipale che si occuperà solo del V municipio. Tra Novembre e Dicembre avremo completato il corso per nuovi agenti della Polizia Municipale che potranno essere occupati per risolvere il problema della sicurezza di Colli Aniene e di altri quartieri.
6. Perché non vengono ritirati i rifiuti del campo eliminando, di fatto, il problema principale degli attriti ovvero i fumi tossici?
I fumi tossici non derivano solo da rifiuti tradizionali. Nel campo viene bruciato di tutto, dall’amianto ai materiali di risulta. Come amministrazione abbiamo il dovere di tutelare la salute dei lavoratori adibiti al ritiro dei rifiuti e alla loro sicurezza, oltre al fatto che i nomadi non pagano all’AMA il servizio di rimozione dei rifiuti.
7. Negli ultimi giorni a Colli Aniene si sono verificati episodi di criminalità che preoccupa molto la cittadinanza, rapine e furti con scasso. Perché non si dà seguito alla richiesta del CDQ di avere un distaccamento di polizia nel quartiere che serva da deterrente alla criminalità?
Appena ci sarà il nuovo comandante del V gruppo, sarà fissato un incontro con il CDQ per esaminare la situazione. Riguardo al distaccamento di Polizia richiesto dai cittadini di Colli Aniene è una competenza del Ministero dell’Interno su cui possiamo solo esprimere un parere.
Per concludere, i comitati di Colli Aniene vorrebbero dare un suggerimento sulla riqualificazione dell’area La Martora in particolare all’assegnazione del cascinale che vi è costruito sopra. Riteniamo che il casale, una volta ristrutturato dal Comune con la somma già stanziata, possa essere assegnato in uso a un distaccamento dei carabinieri che garantirebbe la sicurezza di almeno due municipi limitrofi.
Antonio Barcella
www.collianiene.org
comitato@collianiene.org

Commenti

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Pubblichiamo l'e-mail di un cittadino che ha scritto all' on. Sveva Belviso sullo stesso argomento:

24-9-2010 - All'Assessore alle Politiche Sociali On.le Sveva Belviso
Egregia dottoressa, nonostante la " LETTERA AI CITTADINI :Chiusura campo nomadi de La Martora ", che la Sua segreteria ha mandato recentemente a me e ad altri cittadini di Colli Aniene, a Sua firma, come Lei saprà, attualmente la situazione è sempre la stessa ( salvo il trionfalistico annuncio dato dalla stampa sui primi, ed ultimi, 55 ospiti delocalizzati ). Mentre le scrivo, come ogni giorno, stanno bruciando e tale fenomeno sta assumendo toni drammatici, visto che la pazienza dei cittadini di Colli Aniene, stanchi di subire tale sopruso, comincia ad esaurirsi. Non parliamo poi del degrado e della sporcizia, sparsa su tutta quell'area, che rappresenta uno scempio alla decenza di una città che si reputa "civile". A questo aggiungiamo il conosciuto traffico di sostanze stupefacenti nonchè lo stato di insicurezza che tale situazione determina nei cittadini onesti. Siamo ormai in autunno e l'impegno sulla delocalizzazione di tale campo non è stato mantenuto. Ma non si riesce a capire a livello politico che il perdurare di una situazione insostenibile potrebbe sfociare in atti di violenza incontrollata da parte di chi è stanco di subire soprusi, e la cui responsabilità primaria sarebbe solo e soltanto della lentezza burocratica nel risolvere una volta per tutte un problema conosciuto da anni da tutte le istituzioni preposte ?
Le esprimo la mia gratitudine per quanto vorrà fare per una rapida, ma definitiva, risoluzione del problema. In fede.
Massimo

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24 settembre 2010 - (Comunicato Stampa) - V MUNICIPIO, SANTORI (PDL): “SGOMBERATO INSEDIMENTO ABUSIVO IN VIA FERONIA”

“E’ stato sgomberato oggi l’insediamento abusivo sito in Via Feronia, nel V Municipio, ove sono stati identificati 11 minori e 10 adulti dei quali solo 4, 2 uomini e 2 donne, hanno accettato l'assistenza proposta dalla Sala Operativa Sociale del Comune di Roma” – lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, presidente della Commissione sicurezza del Comune di Roma.

“Le operazioni prevedono l’abbattimento delle baracche che insistono su area privata, area che la proprietà provvederà presto e con propri mezzi a bonificare e mettere in sicurezza. Sul posto sono presenti il Nucleo informativo dell’Ufficio Coordinamento Politiche per la Sicurezza del Comune di Roma, il V Gruppo della Polizia Municipale, la Polizia di Stato ed il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma” – conclude Santori

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28-9-2010 - Spero che, dopo le passerelle dei politici nel campo nomadi la martora, si affrettino seriamente a porre rimedio all'incresciosa situazione di degrado a cui le istituzioni ci obbligano ad assistere impotenti, salvaguardando anche i diritti di chi in quel campo è costretto a viverci.

Per quanto riguarda la destinazione del casale credo che l'unica cosa che non deve mancare è una nuova sede del comitato di quartiere a cui spero di offrire la mia collaborazione. Luca

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9-10-2010 - All'Assessore alle Politiche Sociali On.le Sveva Belviso
In attesa della risposta alla mia precedente mail, sotto riportata,ho il piacere di inviarLe un paio di immagini, provenienti sempre dall'area laterale di tale campo, che si commentano da sole.Immagini del 08/10/2010 ore 13.45 circa. Non ne possiamo più di respirare quest'aria tossica.
Massimo

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3-11-2010 - In relazione a questo articolo , relativo all'incontro con il delegato capitolino alla Sicurezza, on. Giorgio Ciardi, al punto 6. "Perché non vengono ritirati i rifiuti del campo eliminando, di fatto, il problema principale degli attriti ovvero i fumi tossici?" viene risposto:
"I fumi tossici non derivano solo da rifiuti tradizionali. Nel campo viene bruciato di tutto, dall’amianto ai materiali di risulta. Come amministrazione abbiamo il dovere di tutelare la salute dei lavoratori adibiti al ritiro dei rifiuti e alla loro sicurezza, oltre al fatto che i nomadi non pagano all’AMA il servizio di rimozione dei rifiuti".
Reputo assurda una risposta del genere in quanto, appurato che si tratti anche di amianto, non vedo perchè i cittadini di Colli Aniene non debbano essere tutelati al pari degli operatori AMA, non essendo cittadini di serie "B".Peraltro il fatto che i nomadi non paghino l'AMA non giustifica la stessa nel non intervenire su una discarica abusiva a cielo aperto....è vergognosa la situazione attuale, visto che, a quanto mi risulta, gli stessi nomadi non pagano neanche l'elettricità, l'acqua o la gestione dei bagni chimici, il tutto messo a loro disposizione gratis dall'amministrazione attuale (come dalle precedenti).Sarebbe stato più corretto dire che l'Amministrazione Capitolina non vuole costringere l'AMA a fare il proprio dovere.

Collemax.