Palme infestate - Il Comune di Roma predica bene e razzola male

11 novembre 2011 – Tronchi larghi e chiome che esplodono verso il cielo come fuochi d'artificio, le palme hanno doti ornamentali che disegnano una ben precisa impronta paesaggistica. Fra qualche anno, sfogliando l’album dei nostri ricordi, ci accorgeremo che dai nostri giardini mancherà qualcosa di essenziale. Solo allora, forse, ci chiederemo di chi sia la responsabilità della loro scomparsa prematura dalla nostra città. Prima che tutto questo accada, continueremo a lottare per fermare l’estinzione della pianta senza mai rassegnarci all’indifferenza che circonda questo argomento.
Apprendiamo da un articolo pubblicato sul sito internet del Comune di Roma della pericolosità del contagio perpetrato dal parassita che ha colpito le palme della nostra città: “Il territorio del Comune di Roma, è infestato dal Rhynchophorus Ferrugineus un coleottero asiatico noto come Punteruolo rosso delle palme la cui lotta è obbligatoria in quanto a causa della sua pericolosità è inserito nelle liste dell'E.P.P.O. (Organizzazione Europea per la protezione delle piante) che lo classificano a livello ‘Alert’, avendo le sue infestazioni i connotati di una vera e propria emergenza fitosanitaria e ambientale provocando estese morie di palme, specie arborea di cui Roma ne è ricca sia per numero che per esemplari di particolare pregio. Roma Capitale ha emesso un’apposita Ordinanza Sindacale (la n.66 del 2 marzo 2010) che impone a tutti i possessori di palme di effettuare le idonee misure di profilassi ed i relativi controlli finalizzati alla salvaguardia degli esemplari di palme.
È una questione molto importante per l’ambiente e la sicurezza che noi stiamo già trattando da molto tempo. Quello che ancora non abbiamo capito è se l’amministrazione pubblica è al corrente che il “possessore di molte piante malate è proprio il Comune stesso. I privati, chi più e chi meno, stanno già adoperandosi per tentare di fermare l’epidemia e per salvare tanti esemplari meravigliosi di Arecaceae, comunemente note come Palme.
L’ordinanza del Sindaco prende atto della “minaccia mortale” del parassita che, attraverso le larve depositate all’interno della pianta, causa un’azione distruttiva del tessuto fino al collasso vegetativo. Il decreto prosegue: “…dopo la distruzione delle palme parassitate, le larve completano la metamorfosi trasformandosi in insetti adulti, continuando così il ciclo distruttivo… le palme sono ampiamente presenti sia nel verde pubblico che nel verde privato, rappresentando un bene di elevato valore ambientale, culturale e paesaggistico e se infestate da questo insetto possono costituire un grave rischio per l’incolumità pubblica dovuto alla caduta al suolo di parti vegetali e/o di piante”. Dopo questa premessa il Sindaco ordina: “E’ fatto obbligo a tutte le persone fisiche e giuridiche, in possesso di palme, impiantate e non, all’interno del territorio del Comune di Roma di, darne comunicazione al Servizio Controllo Specie Infestanti dell’U.O. –Biodiversità, Benessere degli animali e Riserve naturali del Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde e Promozione dello Sport, entro 30 giorni dall’emanazione del presente Provvedimento”. Obbliga, inoltre l’abbattimento, la distruzione e lo smaltimento attraverso una serie di prescrizioni che potrete leggere direttamente nel documento allegato.
Condividiamo completamente il contenuto del provvedimento ma, al tempo stesso, ci chiediamo per quale motivo il Comune di Roma non provvede alla cura delle piante nei giardini di cui è responsabile. Colli Aniene ha tanti esempi di piante lasciate morire senza alcun tipo di intervento che restano sul territorio in attesa del collasso definitivo mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini e l’infestazione di altri esemplari di alberi ancora sani. Come a dire che l’amministrazione capitolina predica bene e razzola male.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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