Escalation criminalità: anche Colli Aniene è a rischio Sicurezza

9 gennaio 2012 – L’insicurezza che si avverte in città è così palpabile che ormai nelle strade si guarda con sospetto alle persone che non si conoscono e agli stranieri, si resta tappati in casa appena scendono le prime ombre della sera chiudendo le porte blindate a più mandate, si cerca di applicare l’ultimo ritrovato tecnologico nel campo degli antifurti per ovviare alle carenze delle forze dell’ordine. Roma non è stata sempre così. Solo qualche decina di anni fa, prima degli anni settanta, le porte delle nostre abitazioni che affacciavano sul pianerottolo venivano lasciate completamente aperte ed incustodite, i bambini di sette-otto anni giravano da soli per le vie dei quartieri e la polizia aveva certamente mezzi inferiori agli attuali nella lotta alla criminalità. Un paese più povero ma più sicuro. Cosa è successo da allora? È lecito chiederselo ma non abbiamo una risposta certa. Di sicuro sappiamo che Roma sta vivendo una vera emergenza criminalità dopo il barbaro omicidio di Zhou Zheng e della sua bambina di 9 mesi avvenuto mercoledì scorso nel quartiere di Torpignattara. Agguati, rapine, sparatorie, regolamenti di conti sono all’ordine del giorno e le forze dell’ordine sono in seria difficoltà a fronteggiare il pericolo. Il grave omicidio della bambina cinese e di suo padre sarebbe potuto accadere a Colli Aniene come in qualsiasi altro quartiere di Roma perché la situazione è pressoché uguale in tutta la periferia. Le forze dell’ordine fanno quello che possono con l’organico che hanno a disposizione e con i continui tagli dei finanziamenti a cui far fronte. Non bastano pochi piccoli successi nel quartiere come l’arresto da parte dei carabinieri di quattro predatori di rame in via delle Messi D’Oro o il sequestro di droga nell’operazione di polizia in via Grotte di Gregna. I residenti di questa zona cittadina pretendono il presidio e il controllo di Colli Aniene da parte delle forze dell’ordine. Nel paese dei paradossi e delle contraddizioni, dove è sempre il lavoratore dipendente ad essere tartassato per tutti, dove la classe politica lascia al paese solo le briciole di quanto raccoglie come tributi, dove chi vive da più di mezzo secolo all’estero ha diritto di voto in Italia mentre non lo hanno i migranti che vivono in questo luogo da tanti anni, si nota l’anomalia tutta italiana di avere più agenti assegnati alle scorte dei politici che poliziotti addetti al controllo del territorio.
Gli episodi di banditismo sono in aumento nel nostro quartiere, come in tutta la città, e i proprietari di esercizi commerciali non sanno più come difendersi. Molti di loro sono rassegnati a subire passivamente questa sorta di tributo alla delinquenza sperando di non essere loro il prossimo bersaglio. Diversi negozi hanno più volte subito furti con scasso negli ultimi anni assistendo inermi ai vecchi e nuovi ritrovati della malavita, dalle macchine ariete alle rapine a mano armata per finire con le bande del buco. Non approfondiamo poi le “visite” della delinquenza negli appartamenti e nei box, i furti nelle auto e quello dei beni comuni (rame, tombini, fontanelle di ghisa, metalli in genere). Tutto ciò sta diventando una tassa da pagare alla criminalità in un quartiere completamente privo di agenti stabili di polizia, carabinieri, finanza e agenti di roma capitale e di un commissariato responsabile (quello di San Basilio) troppo lontano per poter intervenire con efficacia. Dobbiamo aspettare “il morto” perché qualcuno intervenga?

Sindaco Gianni Alemanno : “Non abbassare la guardia”

“I carabinieri del Comando provinciale di Roma stanno continuando un’azione efficace – ha detto Alemanno – e profonda in tutti i quartieri a rischio di criminalità. Mentre continuano le indagini per scoprire gli assassini di Zhou Zeng e della piccola Joy, in tutti gli altri quartieri si sta svolgendo una forte azione preventiva per far emergere le presenze criminali che mettono fuori controllo parti del territorio. Solo attraverso un’azione di questo genere si può dare un segnale chiaro a tutte le bande territoriali, le piccole e grandi gang che esistono nei quartieri a rischio, che ogni limite è stato superato e che devono cessare l’uso delle armi e il dilagante spaccio di sostanze stupefacenti”.
Alemanno ha proseguito poi: “Questa azione non si deve fermare neanche dopo la scoperta – ha proseguito il sindaco – che speriamo vicina, degli assassini di Zhou e di Joy, ma deve continuare tutto il tempo necessario fino a quando non ci sarà la certezza che dentro la città di Roma, capitale della Repubblica, non esistono più zone a rischio e territori fuori controllo. Mi auguro che la magistratura, le Istituzioni e tutte le forze politiche, ognuno nel proprio ruolo, sostengano questo sforzo eccezionale che viene compiuto dalle forze dell’ordine, al di là di preoccupazioni garantiste fuori luogo e di ogni forma di polemica demagogica”.

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