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aprile 2012 – Una lunga scia di bandiere lungo viale Franceschini
e circa venti vistosi gazebo gialli richiamavano l’attenzione dei
presenti sul mercato della Campagna Amica sostenuto dalla Coldiretti.
Abbiamo sempre appoggiato iniziative di questo genere e lo abbiamo
fatto anche questa volta pubblicizzando l’evento sulla prima pagina
del nostro sito internet ma questo non ci impedisce di esprimere
un parere critico su alcune note stonate relative all’organizzazione.
Per togliere qualsiasi ombra sulle caratteristiche dei prodotti
venduti esprimiamo subito un parere positivo sulla freschezza degli
ortaggi e sull’ottima qualità degli altri prodotti che sono
stati offerti su banchi ben allestiti.
Il
primo appunto dobbiamo farlo alla scelta della giornata e il luogo
dove si è svolto il mercato: l’area davanti alla chiesa Santa
Bernardette. In un giorno di Prime Comunioni il mercato è
stato, secondo noi, un elemento di disturbo nella sacralità
dell’evento, portando una certa confusione e occupando la superficie
normalmente usata per parcheggiare le automobili che trasportano
persone anziane. A poca distanza sorge l’area verde di piazza Loriedo,
dove avrebbero arrecato un minore disturbo senza perdere la visibilità
e la presenza dei residenti.
La seconda nota di biasimo è necessario farla ai costi di
vendita dei prodotti agroalimentari. Se l’intento degli organizzatori,
proclamato sulla loro locandina, era quello di accorciare la filiera
tra imprese agricole e consumatore, non riusciamo a comprendere
il motivo per il quale i prezzi della merce esposta erano superiori
a quelli di un mercato rionale o comparabili a quelli di un supermercato.
Se la filiera si accorcia, i prezzi devono risultare mediamente
più bassi almeno di un trenta per cento. Conosciamo i prezzi
esigui che vengono riconosciuti agli imprenditori agricoli e vi
assicuriamo che erano molto lontani da quelli esposti sulle merci
del mercatino.
Contiamo sul buon senso degli organizzatori per prendere spunto
da queste osservazioni e riproporre nel prossimo evento nel Tiburtino
un vero incontro tra produttore e consumatore a vantaggio di entrambi.
Antonio
Barcella
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