Parco di Aguzzano – Interrogazione parlamentare sul progetto di un Istituto di Custodia per Madri detenute

23 maggio 2012 – L’onorevole Antonio Di Pietro (IDV) ha presentato in data 17 maggio 2012 una interrogazione parlamentare relativa al progetto di trasformare il Casale Alba 2, situato nel territorio del Parco di Aguzzano tra via Nomentana e via Tiburtina, in un “Istituto di Custodia Attenuata per Madri detenute”.
Il leader IDV premette che detto parco con i suoi 57 ettari, è il più piccolo tra le riserve e i parchi regionali del Lazio, ma di grande importanza vista la sua inclusione all'interno di un territorio densamente edificato. Ha conservato negli anni il suo aspetto di «ultimo lembo dell'Agro Romano», e custodisce ancora le testimonianze dell'antica attività agricola che ne fa oggi un museo all'aria aperta; il piano del parco del resto, con il suo modello di assetto fortemente unitario, accentua e valorizza queste caratteristiche, conferendo al parco (costituito nel 1989) la caratteristica indiscussa di polmone verde, e rappresenta un punto di svago e di incontro per i cittadini della zona est di Roma.
Nell’interrogazione si evidenzia come tale progetto è stato solo in parte rigettato dall'ente Roma Natura, commissariato dalla giunta del Lazio, ritenendolo «non compatibile» con il piano di assetto del parco di Aguzzano, soffermandosi però a prescrivere solo l'abbassamento del muro di cinta da quattro a due metri e respingendo tutte le osservazioni di associazioni come Italia Nostra e altri singoli privati cittadini. A seguito di questa decisione è immediatamente sorto un comitato di cittadini che pur condividendo il dramma delle madri detenute, ritiene la variante così come il progetto tutto con gli interventi previsti sul Casale Alba 2, incompatibile con la funzione che un parco deve avere. Il problema per i cittadini è la destinazione d'uso che si pone chiaramente in contrasto con i vincoli paesistici insistenti nonché data l'infrastrutturazione e la modifica del «Casale Alba 2» con sistemi di sicurezza e di dissuasione.
Secondo il parlamentare firmatario dell’interrogazione, l'adeguamento funzionale e la divisione di un'ampia area intorno al Casale in tre aree concentriche distinte, sorvegliate e illuminate giorno e notte, renderebbero, di fatto, il casale più simile a uno «stalag» di prigionia d'infauste memorie se non a un vero e proprio mini-carcere in mezzo a un parco vincolato; frequentato assiduamente anche negli orari serali dagli abitanti del quartiere, dai ciclisti, pedoni e dai numerosi amanti del fitness e degli sport all'aria aperta.
Inoltre, la costruzione del «mini-carcere» porterebbe inevitabilmente al taglio e all'eradicazione di grandi essenze arboree di pregio in prossimità delle mura perimetrali, nonché all'ampliamento di cubature come da indicazione progettuale per la realizzazione delle scale esterne al casale e, presumibilmente, per la realizzazioni di altri volumi tecnici e comprometterebbe l’ecosistema naturale presente nel territorio.
L’interrogazione si conclude con la richiesta al Ministro della giustizia se non intenda rinunziare da subito a questo piano di sperimentazioni dalle premesse non chiare e dagli esiti incerti, che determinerebbe un’invasione di cemento in un parco romano pubblico vincolato e di pura reclusione per madri detenute e i loro piccoli e se, prima di porre in esecuzione tale piano, non intendano invece chiarire i molti e anzi troppi punti problematici della vicenda.

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