Le emissioni della BASF all'attenzione della stampa internazionale

14 giugno 2012 – Il problema delle emissioni della fabbrica BASF, locata sul territorio del V Municipio, trova spazio sulla ribalta internazionale. Una questione nota a tutti e che abbiamo trattato spesso con i nostri articoli a sostegno del legittimo diritto dei cittadini di Case Rosse di poter respirare senza che una potenziale “bomba chimica” possa attentare alla loro salute. Una faccenda che riguarda tutto il territorio del V, del VII e dell’ VIII Municipio perché i fumi tossici non hanno confini.
The Gold Factory - titola un articolo di Link TV, un sito web di informazione con sede a San Francisco (California) - A plant owned by the chemical company BASF in a suburb of Rome, Italy, may be linked to elevated cancer deaths among residents living nearby. The plant recycles chemical catalysts and local activists are seeking to shut it down. But BASF says the facility is in line with relevant international environmental standards and that it has been given a clean bill of health by Italian health authorities. Activists say that plant emissions may be causing higher than average levels of dioxins found in the area. As the dispute continues, the local population -- including children in a kindergarten 400 meters away from the plant -- continue to be exposed to potentially toxic emissions.
La fabbrica d’oro - Un impianto di proprietà della società chimica BASF nella periferia di Roma, Italia, può essere collegato a diverse morti per cancro tra i residenti che vivono nelle vicinanze. L'impianto ricicla catalizzatori chimici e gli attivisti locali stanno cercando di spegnerlo. Ma BASF dice che la struttura è in linea con le pertinenti norme internazionali ambientali e che è stato dato un certificato di buona salute da parte delle autorità sanitarie italiane. Gli attivisti sostengono che le emissioni dell'impianto potrebbe essere la causa del superamento dei livelli medi di diossine presenti nella zona. Mentre la controversia continua, la popolazione locale - compresi i bambini in un asilo a 400 metri di distanza dalla fabbrica - continuano ad essere esposti alle emissioni potenzialmente tossiche ".

L’articolo è accompagnato da un ottimo filmato con interviste in italiano a persone comuni e tecnici che portano la loro testimonianza sulla gravità del problema e sulle misurazioni di una centralina posta a circa 300 metri dall’impianto che ha rilevato una concentrazione di diossina da 5 a 20 volte superiore alla media di altri siti a livello nazionale. Il servizio evidenzia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che non esiste nessuna quantità di diossina tollerabile dall’organismo umano e che questa sostanza ha effetti mutageni e cancerogeni a livelli di miliardesimi di grammo. Un livello spaventosamente basso che riporta l’attenzione sui fumi tossici provenienti dai campi rom e che assillano Colli Aniene, Tor Cervara e il Collatino da vari anni attraverso un inceneritore (in)naturale. Sono proprio i bambini, a parità di condizione, a subire i danni maggiori da queste bombe ecologiche. La localizzazione di un asilo nido posto a poche centinaia di metri dal mastodontico impianto deve essere analizzata in maniera seria e che salvaguardi la salute dei più piccoli.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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