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Roghi Tossici – Interviene l’ARPA per le misurazioni… ma a noi serve la SOLUZIONE

13 luglio 2017 - La situazione dei roghi di questi giorni a Roma è assolutamente drammatica e figlia di una scarsa cura e manutenzione dell’ambiente. Bisogna però distinguere bene i cosiddetti “roghi tossici” dagli incendi di sterpaglie che stanno martoriando in questi giorni la città. I primi sono molto più pericolosi per la salute dei cittadini perché, come è ben noto, sono il risultato di combustione di plastica e di altri rifiuti nocivi e per questo possono diffondere nell’aria la famigerata diossina. Dopo oltre dieci anni da denunce ed esposti dei cittadini che evidenziavano questo problema, finalmente si è mossa anche l’ARPA ossia l’organismo preposto al controllo della qualità dell’aria. Noi residenti di Roma Est non abbiamo alcun bisogno di verifiche o monitoraggi per capire quello che ci stiamo respirando da oltre un decennio e soprattutto abbiamo qualche remora a credere che un ente controllato dalla Regione Lazio diffonda dati sulla reale situazione. Crediamo che non ci sia bisogno di ulteriori misurazioni, basta osservare i rapporti dei vigili del fuoco per gli interventi effettuati a fronte di chiamate di cittadini oppressi ogni giorno da questi soprusi. Dal nostro punto di vista, questo è l’ennesimo “atto dovuto” a fronte dell’esposto presentato dai cittadini alla Comunità Europea e serve solo a prendere ulteriore tempo in attesa di lasciare la patata bollente a qualcun altro. Al tempo stesso, crediamo doveroso sostenere che questa materia non deve diventare una battaglia politica da cavalcare per ottenerne un ritorno in termini di voti e di immagine. Questa è una questione che va avanti da oltre un decennio con i fallimenti continui di ogni colorazione politica. Un problema che NON VA MITIGATO ma va RISOLTO!

L’ARPA Lazio, su richiesta della Regione, ha avviato in data 6 luglio 2017 una campagna di monitoraggio dei microinquinanti in aria nell’area di via di Salone a Roma.
L’area è interessata dalla presenza di un campo rom all’interno del quale vengono segnalate ricorrenti combustioni all’aperto di materiale vario per il recupero di metalli (ferro, rame).
Tenuto conto dei composti chimici tossici che possono essere emessi in atmosfera quando vengono bruciati materiali plastici e rifiuti vari, il monitoraggio viene svolto attraverso l’utilizzo combinato di diverse tipologie di campionamento: un deposimentro per la determinazione delle deposizioni totali (secche + umide), radielli per i composti organici volatili, biosensori (analisi dei licheni).
La campagna di misura è finalizzata ad una prima analisi del fenomeno e alla messa a punto della migliore strategia di monitoraggio in termini di efficienza ed efficacia, anche al fine di definire un protocollo operativo da utilizzare successivamente in altre zone urbane.
Alla data odierna sono stati istallati i primi misuratori passivi e sono stati prelevati dei licheni autoctoni come bioaccumulatori di microinquinanti (per le analisi di IPA, PCB, diossine) e di metalli (quali ferro e rame).
E’ stata, inoltre avviata una collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sezione Geomagnetismo, Aeronomia e Geofisica Ambientale, per la possibile discriminazione mediante misure biomagnetiche delle sorgenti degli inquinanti.
Nella figura sono riportati i punti di campionamento.
Nei prossimi giorni sarà istallato il campionatore detto Deposimetro 1 nel luogo descritto in figura e un campionatore Deposimetro di “bianco” presso la sede provinciale di Roma dell'ARPA Lazio.
La conclusione delle attività di campionamento è prevista nel mese di agosto e successivamente si provvederà all’analisi di laboratorio e alla valutazione dei risultati.
Parallelamente, entro la settimana partirà un’analoga attività di monitoraggio nell’area di Tivoli Terme.
Le due iniziative sono portate avanti nel contesto di un più ampio piano di monitoraggio straordinario delle aree di Roma Capitale e limitrofe per le quali nel tempo sono pervenute numerose segnalazioni relative a fenomeni comunemente conosciuti come 'roghi tossici'.
La necessità di effettuare rilievi per una certa durata di tempo affinché siano significativi e la complessità delle analisi non consentono di monitorare contemporaneamente ulteriori aree sensibili. Il monitoraggio sarà, però, esteso ad altre zone in maniera progressiva.

Antonio Barcella
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