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Legambiente: “Di questo passo, oltre 100 anni per mettere in sicurezza le scuole”

18 ottobre 2017 - Poche luci e molte ombre nel complesso della qualità del patrimonio edilizio scolastico nella fotografia di Ecosistema Scuola di Legambiente, con il 43,8% degli edifici dei comuni capoluogo che necessita di manutenzione urgente e dieci scuole virtuose e innovative che indicano la strada per una nuova cultura scolastica. Quello italiano può definirsi un patrimonio edilizio scolastico storico come ormai storici sono i problemi che lo caratterizzano. Oltre il 60% degli edifici, infatti, è stato costruito prima del 1976 e spesso necessita di interventi di manutenzione urgenti (43,8% del campione). Inoltre, risulta ancora carente rispetto alle norme di sicurezza, mancando spesso l’adeguamento alla normativa sismica. Il XVIII Ecosistema Scuola di Legambiente, presentato oggi a Roma nel corso del secondo Forum Scuola Innova, organizzato dall’associazione ambientalista insieme a Kyoto Club e Editoriale La nuova ecologia, fa il punto sulla sicurezza degli edifici scolastici italiani e punta il dito contro le mancate promesse dell’anagrafe scolastica che risulta ancora incompleta e imprecisa, incapace di dare informazioni utili per una messa in sicurezza degli edifici che ospitano ogni giorno studenti e personale scolastico, nonostante un territorio fragile e la mancanza di manutenzione diffusa.
Oltre il 41% degli edifici scolastici (pari a 15.055) si trova in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti; il 43% di questi risale a prima dell’1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica; solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica.
Analizzando le linee di finanziamento degli ultimi quattro anni, vediamo che solo il 3,5% degli interventi ha riguardato l’adeguamento sismico delle aree a rischio (532 interventi per 15.055 edifici), con una tempistica tale da permettere il raggiungimento dell’obiettivo sicurezza in quelle aree solo tra 113 anni.
Se prendiamo ad esempio Messina, città in area sismica 1 con 115 edifici scolastici di cui ben 96 risalenti a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, vediamo che la messa in sicurezza complessiva, continuando con gli attuali ritmi (18 interventi in quattro anni), si realizzerebbe nei prossimi 150 anni. Lo stesso numero di anni che impiegherebbe Roma per realizzare il necessario adeguamento energetico dei suoi edifici scolastici, che già nel 2014 risultavano aver bisogno di manutenzione urgente (nel 36% dei casi) e che oggi dall’efficientamento energetico potrebbe beneficiare enormemente sia in termini di benessere che di risparmio economico.
Ma non abbiamo tutto questo tempo. “L’anagrafe dell’edilizia scolastica va completata rapidamente – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni - insieme al finanziamento delle diagnosi statiche ed energetiche di tutti gli edifici, con l’obiettivo di avere entro il 2020 il fascicolo di fabbricato per ogni scuola d’Italia. Occorre ridurre e semplificare le linee di finanziamento per la riqualificazione edilizia e stabilire priorità precise d’intervento basate sull’obiettivo, sull’età dell’edificio e sulla situazione di rischio dell’area su cui la scuola insiste. La vera sfida consiste nel promuovere un grande cantiere di innovazione, dove convogliare idee e risorse per progettare e realizzare spazi adatti a una moderna didattica, sicuri, accoglienti e sostenibili”.
Per programmare risorse e interventi di questo tipo, occorre in primis, un’anagrafe scolastica affidabile. Eppure oggi l’anagrafe è ancora incompleta (mancano all’appello ben 6.315 edifici, il 15% del totale) e imprecisa (ci sono 14.711 istituti registrati due volte) e riporta una zonizzazione del rischio vecchia, sostituita nel 2003 dall’attuale, complicando la lettura dei bisogni reali.
Nel complesso, dall’analisi realizzata da Legambiente sui Comuni capoluogo emerge la fotografia di un patrimonio edilizio scolastico di bassa qualità, con carenze significative di vario tipo, dalla messa in sicurezza antisismica all’adeguamento alle normative (circa 1 scuola su 2 non ha il certificato di idoneità statica, di collaudo statico, di agibilità e di prevenzione incendi). Gli enti locali che hanno risposto al questionario dichiarano la necessità di interventi di manutenzione urgenti per il 43,8% del totale nazionale, dato in crescita rispetto allo scorso anno, emergenza che aumenta nei territori del Sud (56%) e nelle Isole (50%). E i tanti soldi messi a disposizione per il miglioramento dell’edilizia scolastica, ben 9,5 miliardi dal 2014, non hanno contribuito efficacemente al raggiungimento dell’obiettivo: solo 4 miliardi sono stati finanziati per la realizzazione di 12.271 interventi, di cui però risultano conclusi solo la metà.
L’investimento fatto ha inciso pochissimo sulle riqualificazioni necessarie, con solo 437 nuove scuole e pochi interventi finalizzati all’efficientamento energetico e alle energie rinnovabili (9% del totale pari a 1.054 sui 12.271 totali), e solo 505 interventi di adeguamento sismico (4%).
Il maggior numero degli interventi ha riguardato parti non strutturali degli edifici.

Il dossier completo di Legambiente si può scaricare al seguente link:
https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-scuola-2017

Antonio Barcella
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