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UPMT contro la violenza sulle donne: far conoscere per far crescere (Dr.ssa Rossella Calzetta - Rettore UPMT)

25 novembre 2022 - L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha individuato nel 25 novembre il giorno in cui si celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Per violenza nei confronti delle donne “si intende una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata” intendendo per violenza di genere qualsiasi “violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato” (art. 3).
Dunque, iniziano ad esserci un reato, leggi, normative e pene da scontare.
Inizia a comparire anche una specifica: violenza di “genere”, per intendere la conseguenza drammatica di quella asimmetria di status che ha da sempre contraddistinto il rapporto tra uomini e donne.
Inizia a diffondersi pure una tipologia di violenza di genere: la violenza psicologica, una violenza meno evidente, meno visibile, meno dimostrabile per questo motivo, ancora più sommersa.
La violenza psicologica è sempre presente mentre la violenza fisica può essere assente o episodica. Si tratta di un fenomeno complesso, che ha radici culturali antiche, una violenza il più delle volte negata (dal carnefice ma paradossalmente anche dalla vittima) e che richiede, per essere portata alla luce e adeguatamente contrastata, interventi diversi e complementari come la pianificazione di strumenti normativi (per interventi repressivi e di tutela) e di strumenti di prevenzione che possano portare alla sensibilizzazione di operatori sanitari, educativi.
Quest’ultima può, anzi, deve, essere un tema di sensibilizzazione sociale, che la nostra Università Popolare Michele Testa ha deciso di promuovere.
Oltre al ricordo delle vittime questo è un giorno che dovrebbe risvegliare, sollecitare chi non vuole vedere un problema e quindi affrontarlo. O chi lascia al silenzio la risoluzione.
Il silenzio è complice e colpevole; bisogna invece diffondere, indurre riflessione per trovare la forza di affrontare.
La violenza non nominata rischia di diventare «NORMALITA’» e quindi la donna si ritira, si isola si ammala di depressione. Sul piano della salute mentale, una donna vittima di violenze corre un rischio di depressione 5/6 volte più elevato di una donna che non le ha subite; più elevata è anche la probabilità di soffrire di disturbo da stress post-traumatico (PTSD); così come il rischio - dalle 2 alle 6 volte più elevato, secondo il tipo di violenza - di sviluppare un cancro alla cervice uterina.
Il corso dello scorso anno sulla emancipazione femminile, ha illustrato quanto le donne abbiano lottato per i loro diritti per la costruzione di un mondo migliore. Ma occorre comprendere le motivazioni più profonde del perché molte donne non sempre riescono a scappare, a denunciare, ad affrontare.
Perché è difficile oppure diventa “troppo tardi” per alcune donne capire la differenza tra amore e possesso?
È importante suggerire che LA VIOLENZA PSICOLOGICA SI NUTRE DEGLI STEREOTIPI DI GENERE: è comprensibile che l’uomo possa perdere la pazienza, è giusto che sia l’uomo a comandare e la donna deve pensare prima di tutto ad accudire e a sopportare…
Sempre lo scorso anno abbiamo cercato, attraverso il corso di psicologia del benessere, di lavorare sui pregiudizi.
Bisogna parlare il più possibile alle donne dell’importanza dell’autostima, pilastro interno di ogni individuo, pilastro che non viene solo accresciuto dall’amore che si riceve. È un pilastro che può essere rinforzato dalla cura che rivolgiamo a noi stessi. Allora, meno sforzi per apparire e più sforzi per essere.
Il bisogno di possesso di alcuni uomini si nutre della carne delle loro compagne, delle mogli, dei pensieri, degli affetti, delle debolezze, dei sentimenti e degli stati emotivi; certamente non si nutre della loro ragione. E bisognerebbe capire che non possiamo essere sempre e solo comprensive. Dobbiamo riuscire prima di tutto noi a rispettarci e poi insegnarlo. Insegnarlo prima di tutto ai nostri figli, ai nostri fratelli.
Per questo motivo è bene suggerire anche agli uomini, fin da quando sono bambini ad affrontare le loro paure. Qui ringrazio e rinforzo gli sforzi della nostra docente che, anche attraverso la diffusione di una positiva letteratura per l’infanzia lavora sulla consapevolezza affettiva creando un ponte con le scuole.
La violenza è trasversale, colpisce donne italiane e migranti, di qualsiasi strato sociale, economico e culturale, senza distinzione d’età, religione, lingua, opinioni politiche e condizioni personali.
Così come non esiste un profilo specifico dell’uomo maltrattante: qualsiasi uomo, indipendentemente dalla sua appartenenza nazionale, religiosa, socio-economica e culturale può maltrattare la propria compagna.
La violenza psicologica è più diffusa tra le donne più giovani (35% per le 16-24enni rispetto ad una media del 26,5%) e tra le donne con titoli medio alti (29,9% per le diplomate e 27,1% per le laureate o con titolo di studio post-laurea).
Le conseguenze sono spesso invece generalizzabili: un uomo che esercita violenza verso la madre dei propri figli espone sempre i bambini alla violenza assistita. Un uomo che esercita violenza domestica (anche di tipo psicologica) non è un uomo violento con tutti. La violenza domestica nasce e si esprime dentro la relazione intima. La violenza non si esaurisce con la denuncia o la separazione, soprattutto la violenza psicologica ed economica.
L’assunzione di responsabilità ed il riconoscimento delle proprie modalità violente è il primo e necessario passo di cambiamento di un uomo violento. Anche in carcere molti uomini violenti tendono a giustificare il proprio comportamento attraverso quello della donna «E’ lei che mi tira fuori la rabbia»
La violenza psicologica ed emotiva, tuttavia, può essere devastante per tutta una famiglia: può influenzare i pensieri, emozioni, le azioni ed avere un importante impatto sulla vita quotidiana.
Questa forma di violenza, verbale e non, si manifesta quando l’altro s’ impone e fa sentire L’ALTRA/O INADEGUATA/O in molte situazioni della vita. Succede più frequentemente quando le coppie si trovano a vivere in una società rigida, dove l’uomo ha la conduzione.
il corso di antropologia culturale sulla paternità UPMT, che si sta sviluppando quest’anno, ha aiutato a spingere a fare riflessioni sulla violenza rivolta alle donne.
Perché se la storia toglie il senso del proprio valore ad una categoria qualsiasi, questa categoria, purtroppo, non può non assimilare nel proprio archetipo identificativo questo disprezzo.
Se in Egitto e in Grecia si riteneva che la capacità generativa fosse soltanto maschile, se soltanto il neonato maschio nell'antica Roma era sollevato dalle braccia del padre verso il cielo, si capisce bene come sia archetipico il comportamento di sudditanza femminile.
Come sempre conoscere e crescere sono fratelli: questo è il senso e lo scopo della nostra Università: far conoscere per far crescere, liberandosi dalle proprie catene o dalle catene imposte.
Abbiamo illustrato come il controllo, la coercizione, la manipolazione, l’umiliazione, la crudeltà verbale del proprio compagno minacci la fiducia in sé stesse e porti a dipendere in molti modi.
I danni che porta possono essere enormi fino a far entrare la vittima in un vero e proprio incubo dal quale sembra impossibile uscire (si finisce per vivere un vero e proprio trauma psicologico prolungato)
Alcune vittime di violenza psicologica raggiungono un punto nel quale convincono loro stesse che sono felici della situazione.
Abbiamo illustrato le vie della resilienza facendo esperienza di buone relazioni, facendo chiarezza sul significato del termine violenza. Fermandoci a pensare. Sostenendo la paura ma imparando anche a proteggersi e a farsi tutelare. Capendo l’importanza dell’autonomia fisica, di pensiero ed economica.
Non da ultimo il bisogno primario di lavorare sul controllo delle proprie emozioni, delle proprie paure già dall’infanzia per evitare che “di fronte ad un no” e di fronte alla rottura di una storia ci possa essere l’anticipazione di un dramma, di una frattura insostenibile da risanare. E sarebbe bello che di fronte all’ennesima supplica a ricominciare lì dove, non ci sono presupposti riparativi di nessun tipo, una donna, (ma ovviamente anche un uomo) riuscisse a dire ... “francamente…me ne infischio.”

Bibliografia:

-Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) nov 2020

- https://www.poliziadistato.it/articolo/16637cb1623c05d716051178

A chi rivolgersi

112: chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica; se si è vittima di violenza psicologica; se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori); se il maltrattante possiede armi.

Numero antiviolenza e anti stalking 1522 - Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L'App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. È possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522

App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza

Qualsiasi consultorio in Italia
Centri antiviolenza rintracciabili sul sito del Dipartimento delle Pari opportunità
Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso
Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00 sui possibili rischi di contrarre infezioni a trasmissione sessuale a seguito della violenza. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), dall'8 marzo 2021 è attivo il Servizio Salute e Tutela della Donna, dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.



Dr.ssa Rossella Calzetta - Rettore UPMT
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